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SMACH
Cultura secondo Natura
Esiste una vallata chiamata Val dl’Ert. La sua natura è al tempo stesso selvaggia e idilliaca, silenziosa e vitale. Qui si susseguono boschi ombrosi e prati appartati. A tratti il paesaggio si apre alla vista, inglobando montagne e cielo, sole e nuvole. In mezzo alla vallata si snoda un sentiero. Nel percorrerlo lo sguardo è vigile e il respiro si placa in sintonia con la natura imponente che si svela ad ogni nuovo passo. Ma ecco che gli occhi scorgono qualcosa di inatteso. Sono costruzioni, forme, colori e oggetti più o meno (con)fusi nel paesaggio, più o meno dirompenti. Sono visioni che spiazzano e sorprendono: opere che si manifestano via via, creando cortocircuiti percettivi in chi le osserva e vive. La vallata non è “solo” terreno fertile per il grandioso spettacolo della natura, ma è anche sede di “altre” forme di creatività, frutto dell’estro umano. Presenze in parte “aliene” ma tutt’altro che inconciliabili con il paesaggio, perché concepite per amplificarne la risonanza, aprendo squarci e visioni su possibili altrove ed ingenerando emozioni e pensieri, ma sempre in continuità con la cultura, la storia e la natura del luogo.
Ma dove è questa sorprendente Val dl’Ert? O Valle dell’Arte, tradotta in italiano dal ladino.
Si trova vicino a San Martino in Badia su un terreno di circa 25 ettari – un vero e proprio museo a cielo aperto concepito come work in progress – che ad oggi ospita 28 opere d’arte contemporanea, tra sculture ed installazioni, disseminate nel paesaggio alpino e realizzate da altrettanti artisti di tutto il mondo. La Val dl’Ert è visitata da ospiti, gente del posto, famiglie con bambini, scolaresche, artisti ed appassionati di arte. L’accesso è libero e gratuito a tutte le ore del giorno, in tutte le stagioni. Le opere sono permanenti ed incrementate ad ogni nuova edizione, perché selezionate tra i progetti vincitori di un importante concorso biennale di arte contemporanea, istituito nel 2012 e che negli anni ha visto crescere le sue partecipazioni internazionali. Un concorso che porta, ogni due anni, i dieci artisti vincitori ad esporre e realizzare le loro opere site specific in altrettante location di interesse storico-culturale della zona. Sto parlando di SMACH (acronimo di San Martin art, culture and heritage): una realtà unica nel suo genere sul territorio altoatesino e non solo.


“SMACH è tutto questo e molto altro” – racconta l’attuale Presidente e membro fondatore Michael Moling. “Il concorso – prosegue – nasce nel 2012 con l’obiettivo di valorizzare il territorio non solo sul piano turistico, ma anche e soprattutto dal punto di vista culturale, con un respiro internazionale. Nel 2013 prende così vita la prima edizione, nata come “Biennale delle Dolomiti”, con alla base del suo statuto l’idea fondante di un coinvolgimento il più possibile aperto e partecipato dei concorrenti. Una particolarità del nostro bando – ci tiene infatti a sottolineare Moling – è che non chiediamo un curriculum vitae: chiunque si senta artista è invitato a partecipare. Per noi è importante la qualità del lavoro e dell'idea per il territorio, più che la storia personale e professionale”.
Il 2025 è di nuovo anno di SMACH. La prestigiosa giuria internazionale di questa edizione è composta dagli artisti Peter Senoner e Jasmine Deporta, i curatori Zasha Colah ed Emanuele Masi e il noto designer Stefan Sagmeister. Nel bando 2025, come per i precedenti, è stato proposto un tema, scelto dal comitato scientifico, attorno a cui articolare le proposte: quest’anno è stata la volta di un oggetto particolare, la cosiddetta “cu”, in ladino, “cote” in italiano. Una pietra utilizzata un tempo sui pascoli per affilare la falce e tagliare l’erba e che in alcuni prati della zona si usa ancora. “Nella scelta di questo oggetto – racconta ancora Moling – abbiamo identificato la possibilità di aprirci un po' di più al mondo intero, perché non mancano le affinità con tante culture e civiltà di altri continenti. Questo oggetto richiama concetti come materialità, immaginazione, artigianato, evoluzione tecnica, universalità delle forme e dei bisogni fondamentali, ma anche strumenti di lavoro presenti in tutto il mondo.”
Gli artisti vincitori di SMACH 2025, che hanno convinto e conquistato la giuria con i loro progetti e opere site specific sono: Alex Xiaotan Yang, Wentao Guo, Carmine Auricchio, Jonathan Coen, Moritz Knopp, Elias Jocher, Hama Lohrmann, Drukdoenerij (Hans De Backer, Lola Giuffré, Luca Rossi, Atelier Simondi, Officina Fabre and Associazione Prometheus, Theresa Hattinger, ELSE – Fei Xu, Zimo ZHANG. Sarà anche presente un progetto satellite, di Riccardo Buonafede.


Negli anni SMACH è diventato un vivace hub e un vero e proprio attivatore culturale ricco di iniziative, che mirano a coinvolgere molteplici fruitori, tra cui la comunità locale, anche con l’obiettivo di preservare e condividerne la ricca eredità storico-culturale. SMACH e la Val dl’Ert sono uno spazio per attività didattiche, programmi educativi e workshop, ma anche manifestazioni come concerti, spettacoli e rassegne cinematografiche all’aperto, che trovano nell’anfiteatro naturale appartato e silenzioso della vallata un luogo suggestivo ed unico. “Quest’anno – aggiunge Micheal Moling – vorremmo anche creare tramite crowdfunding un programma di residenze d'artista, acquistando un’abitazione mobile per ospitare durante tutto l’anno artisti, ma anche scrittori, poeti e ricercatori per aprirci ancora di più a scambi disciplinari e internazionali”.
Ad oggi sono stati sviluppati anche una serie di progetti satellite di SMACH, che sono ulteriori tasselli importanti nella valorizzazione del territorio e dell’arte contemporanea, come veicolo di saperi e nuove prospettive sul presente. Tra questi c’è l’opera “Tor” di Lois Anvidalfarei – il più importante scultore ed artista della Val Badia – realizzata con il supporto del bando 2021 PAC – Piano per l’arte contemporanea e il Museum Ladin Ciastel de Tor: una grande torre che fiancheggia il corpo principale del Museum Ladin e che accoglie la scultura “Tor”, un corpo sospeso in una struttura realizzata con tubi da impalcatura. La figura bronzea è una delle sei realizzate nel 2013 Lois Anvidalfarei per il ciclo “Conditio Humana”. Come suggerisce il titolo della serie, l’opera raffigura l’esistenza in bilico tra forza fisica, contenimento, sopportazione e cedimento. Un altro progetto satellite di SMACH, di rilievo internazionale e dal forte impatto sul territorio è l’opera dell’artista Michelangelo Pistoletto, “Il Terzo Paradiso”, che verrà collocata nei pressi di Passo Gardena, a Colfosco su di panoramico prato in mezzo ai boschi, ai piedi del Gruppo del Sella. L’inaugurazione del progetto curato, da Sandro Orlandi Stagl e Phil Mer è prevista per luglio 2025. L’installazione sarà visibile da diversi punti della valle e potrà essere raggiunta in passeggiata e su pista ciclabile. L’opera di Pistoletto intende rappresentare il Terzo Paradiso che fonde fra loro il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Quest’ultimo è un vero e proprio mondo artificiale che, con progressione esponenziale, ingenera, parallelamente agli effetti benefici, processi irreversibili di degrado e consunzione del mondo naturale. Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura. Non sbaglierò scrivendo che SMACH e la magia della Val dl’Ert sono già un illuminante passo in questa direzione.
Chi fosse interessato a vivere un’esperienza unica nel cuore delle Dolomiti, scoprendo tutte le opere della biennale SMACH 2025, può trovare una serie di pacchetti con itinerari trekking, visite guidate e pernottamento in rifugi dell’Alta Badia sul sito holimites.com.
Maria Quinz è una giornalista, copywriter e traduttrice freelance. Grande appassionata di design, arte e cinema, scrive e sviluppa contenuti per il web e per la stampa nel settore della cultura e del lifestyle. Originaria di Bolzano, vive e lavora a Milano.