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Le Dolomiti senza boschi non sarebbero le stesse

Alta Badia e WOWnature insieme per la riforestazione

Nell’autunno del 2018 molti boschi dell’Alta Badia hanno subito imponenti danni a causa della violenta tempesta Vaia. Di conseguenza si è sviluppata l’epidemia del bostrico, che sta causando danni ancora più ingenti. Alta Badia, insieme a Maratona dles Dolomites - Enel, sta sostenendo diverse iniziative a favore del ripristino delle aree boschive danneggiate. Nella primavera e estate 2020 l’area del Campolongo è stata ripulita e, grazie al progetto WOWnature, sono stati adottati e piantati 2000 larici e abeti per la riforestazione.

Ma c’è di più: adottando un albero adulto anche tu puoi contribuire nel ripulire i boschi che hanno bisogno di manutenzione, sistemare i sentieri, installare pannelli informativi, creare percorsi tematici come l’orto-bosco. Insieme possiamo dare valore concreto a parole come ecosostenibilità e tutela dell’ambiente.

Music Forest

La playlist che dà vita al bosco

Nel giugno 2024, il team internazionale di Musixmatch, in collaborazione con Alta Badia e WOWnature, ha avviato un progetto speciale piantando 150 alberi autoctoni all'interno dell'area WOWnature al Passo Campolongo. All’evento hanno partecipato con entusiasmo 150 membri del team Musixmatch, ognuno dei quali ha avuto l'opportunità di associare il testo di una canzone al proprio albero. È così nata la Music Forest, un simbolo del legame tra musica e natura.
Oltre agli alberi, la Music Forest rappresenta anche una celebrazione musicale attraverso una playlist speciale. 

Food Forest

Un bosco che si lascia assaggiare

Non è un bosco come gli altri.
Al Passo Campolongo, tra gli alberi, qualcosa sta cambiando. Dopo la tempesta Vaia, questo luogo è tornato lentamente a vivere. E lo ha fatto nel modo più semplice e potente che esista: lasciando spazio alla natura.Grazie al progetto WOWnature e alla collaborazione con Etifor, qui è nata una Food Forest.

Non un giardino perfetto. Ma un intreccio vivo di piante, frutti, profumi. Mirtilli, fragoline, ginepro, sambuco… Crescono dove vogliono, come vogliono. Ed è proprio questo il bello.Chi arriva fin quassù d’estate può camminare lungo il sentiero, leggere i pannelli, raccogliere qualcosa, assaggiare.
E magari scoprire che quelle stesse erbe e bacche finiscono nei piatti della cucina ladina, con gesti tramandati da generazioni.

Non c’è niente di costruito. Solo un invito: cammina piano, osserva, ascolta. Il bosco farà il resto.

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